Immaginiamo Il Centro Commerciale tra 20 anni. Proiezioni da futurologi, intuizioni da sociologi o semplici pensieri da addetti ai lavori: i negozi spariranno? Saranno solo digitali, o magari più piccoli, showroom cashless per la mostra e la customizzazione dei prodotti o punti deposito per gli acquisti “onlife”? I Centri Commerciali saranno inglobati nel Metaverso?

Nuove merceologie e prodotti oggi non ancora inventati, saranno i più venduti;  le merci spariranno, o saranno visibili solo su schermi touch o in A.R, commessi-connessi itineranti iper-accessoriati di tecnologie ocolus, clienti reali “gli umani”, con maschere antivirus (anti covid-2040) e con microchip infilati sottopelle, in grado di farsi scannerizzare o fare acquisti con un semplice battito dell’occhio, clienti virtuali che tramite proprio avatar, passeggiano ed interagiscono nella “galleria aumentata”, sperando che la diffusione dell’intelligenza artificiale, non corrisponderà ad una diminuzione dell’intelligenza “reale” delle persone.

Il riconoscimento facciale ci dirà molto dei clienti, l’emergenza cyber-terrorismo indurrà i governi  coordinati dalla presidentessa della Unione Europea Greta Thunberg, alla abolizione della legge sulla privacy, ed il Centro Commerciale entrerà massicciamente nell’intimo del cliente, anticipandone bisogni e sogni.

Penso ad un Centro Commerciale all’avanguardia ed ai suoi spazi ad alto contenuto tecnologico, pervasi della green economy e dall’internet delle cose..o magari internet non ci sarà più… sarà un’altra cosa.

Nelle tante isole verdi aperte della galleria, ossigenate da essenze aromatiche, le teachers-formatrici del Centro, insegneranno ai bambini coding, educazione informatica e civica; nelle ristorazioni dalle offerte iper salutistiche, verremo serviti al tavolo da carrelli robot, ordineremo ad assistenti vocali, menu autorizzati in real-time dall’algoritmo imposto dal medico curante,  mangeremo poke di insetti e bacherozzi multi-proteici, per ridurre il colesterolo,  che condivideremo, anzi, che il nostro avatar condividerà con i friends nel meta-spazio.

Forse emergerà veramente il lato umano dello shopping, la relazione e l’assistenza per quelle persone che troveranno nel Centro un punto di riferimento per la propria socialità, visto che saremo una popolazione sempre più vecchia e multi-etnica. Idris ha 20 anni fa il commesso al Google Store, è figlio di migranti sbarcati e salvati a Lampedusa nell’estate del lontano 2022..

I clienti come si sposteranno? Ancora con le auto? Elettriche?  Con i droni bi-posto? I gestori dei Centri organizzeranno parcheggi per droni volanti sul tetto dei centri stessi, che si ricaricheranno ad induzione grazie a panelli solari; animeranno la visita con bellissimi tramonti digitali nella galleria, o faranno nevicare  abbondantemente il giorno di Natale (i negozi tutti aperti ovviamente ..dopo la scomparsa dell’ultimo sindacato dei lavoratori nel 2039..).

I Centri Commerciali non si chiameranno più Centri Commerciali… alcuni evolveranno in una “superlega” di pochi mall eletti, con stessi tenants, spazi e servizi di elite, e un loyalty club esclusivo per accedervi e il bip che adesso sento sul telefonino, domani potrebbe essere un messaggio alert sul palmo della mia mano digitale, che mi comunica quante calorie ho perso durante la mia visita, quanti punti frequenza e crediti per acquisti legati a prodotti  rigorosamente sostenibili ho acquisito nel mese, l’orario della consegna a casa dei prodotti scelti o magari solo quelli che pensavo di comprare e che il Centro mi consegna a casa per testarli gratuitamente. Saranno aboliti feriali e festivi, sempre aperti anche di notte con l’offerta calibrata in base ai target nottambuli e sonnambuli. E se vuoi comprare l’ultimo disco dei Rolling Stones, perché loro esisteranno ancora, anche se virtuali,  visto in advertising sugli Smart Glasses, basterà fare un cenno con la testa e procedere all’acquisto.

Fanta-shopping!

Che mal di testa il futuro, già il futuro…Quanti pensieri che vengono in mente, però se ci pensiamo, sarebbe un utile esercizio, per lo meno tra gli addetti ai lavori, quello di scrivere su un quaderno e appuntarsi, o  magari su questo blog, pur con il limite della non veggenza, come potrebbe essere il Centro Commerciale del futuro, per abbozzare analisi predittive e ipotizzare scenari futuri, perché ogni tanto immaginare il lungo termine fa bene.. nel breve termine.

Poi magari, rileggere gli appunti tra vent’anni, potrebbe essere divertente, forse illuminante o aberrante come quando si rileggono certi testi di 20 anni fa.

Un esercizio stimolante se non altro, come ha fatto la scrittrice canadese Margaret Atwood, con il romanzo “Scribbler Moon”(la luna dello scribacchino).Lei lo ha scritto in un anno, lo ha consegnato sigillato alla biblioteca del futuro di Oslo, e si potrà leggere solo tra un secolo!!

Adesso lo propongo ai miei colleghi della commissione marketing: scriviamo tutti come sarà un Centro Commerciale tra 20 anni e tra 20 anni (ovunque saremo) apriremo lo scrigno…….

Stefano De Robertis

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